
Arriva periodicamente il momento di liberarsi di un po' del ciarpame che infesta la casa ed il giardino. Oggi ho stipato per bene, due volte, la macchina per portare tutto all'ecopiazzola comunale. Non è certo la prima volta che ci vado, ma ogni volta resto stupito, ed ogni volta di più. Montagne di oggetti di ogni genere (per fortuna separati in base alla categoria, per consentire un minimo di riciclaggio). Centinaia di televisori, videoregistratori, stampanti... una volta l'oggetto del desiderio, portati a casa con gran soddisfazione, solo per finire poco dopo allo sfascio, vinti da un amore nuovo.
Guardando quei cumuli, e siamo un piccolo comune, viene spontaneo chiedersi: "Dove andrà a finire tutta quella roba?"
Con tristezza ho dovuto gettare la piccola biciclettina con le rotelline, con la quale il mio bimbo più grande (che tra poco compirà cinque anni) muoveva nel parco le sue prime pedalate. Mi sarebbe piaciuto conservarla per il fratellino, e magari un domani per i nipoti. Guarda, piccolo, questa è la stessa bici che usava il tuo papà quando aveva la tua età. Di che essere orgogliosi, un oggetto con un valore ed una storia.
E invece no, ne ho altre tre che mi sono state regalate, sono più belle, sono più nuove, ed occupano spazio. Il nuovo grida, si fa largo a forza di spinte e di lusinghe, non si riesce in alcun modo dirgli di no.
D'altra parte ci chiamano "consumatori". Ma avete mai pensato un po' a quanto vergognosa sia questa definizione? Tu cosa fai nella vita? Consumo! Bravo, tu si che aiuti a sostenere l'economia e far girare il mondo. Cose da pazzi. Una volta almeno eravamo cittadini, non una gran lode ma meglio che niente.
Una scritta su un muro degli anni '80, mai dimenticata, diceva: "Produci, consuma, crepa!"